Perché è importante il Coming Out Day 2019

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[vc_row][vc_column][vc_column_text]31 anni fa lo psicologo Robert Eichberg lanciò assieme la attivista LGBTQ+ Jean O’Leary lanciarono il National Coming Out Day. Da allora, l’evento ha raggiunto ampia risonanza così da diventare una ricorrenza annuale internazionale in cui si celebra l’importanza di comunicare (e sentirsi liberi di poter comunicare) il proprio orientamento sessuale e la propria identità di genere.[/vc_column_text][vc_column_text]Ricordiamo che la propria identità sessuale è composta da quattro aspetti:

  • sesso biologico – essere nati fisicamente maschi o femmine
  • identità di genere – il sentirsi maschi o femmine
  • ruolo di genere – come essere maschi o femmine viene espresso nella nostra società
  • orientamento sessuale – l’attrazione affettiva e sessuale verso persone del proprio sesso (omosessualità), dell’altro sesso (eterosessualità) e tutto quello che c’è in mezzo (incl. la bisessualità).

Di questi aspetti, solo il primo è deciso biologicamente. Tutti gli altri aspetti sono frutto dello sviluppo spontaneo della persona (identità di genere e orientamento sessuale) e del contesto storico e culturale in cui ci si trova (ruolo di genere).[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”2/3″][vc_column_text]Oggi si sottolinea che l’omofobia nasce ed attecchisce in situazioni di ignoranza e silenzio. L’omofobia è, lo ricordiamo, il rifiuto e intolleranza verso orientamenti sessuali che non siano quello eterosessuale: la scienza (e il buon senso) affermano invece che tutti gli orientamenti sessuali sono varianti naturali e che noi tutti ci possiamo trovare in punti diversi di un continuum che va dall’omosessualità all’eterosessualità. Nel corso della nostra vita può anche accadere che ci spostiamo spontaneamente (e non per scelta) lungo questo continuum, nella maggior parte del casi non con cambiamenti drastici: dovremmo infatti ricordare che noi esseri viventi non siamo incisi nel granito ma, proprio per il fatto di essere viventi, cambiamo.
Accanto all’omofobia esiste anche la transfobia che viene invece diretta verso le persone transgender (che non si riconoscono in un ruolo di genere binario maschile o femmile) e transessuali (per le quali l’identità di genere non coincide con il sesso i nascita).[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_column_text]

Chris Evans, famoso per il suo ruolo di Captain America, afferma che l’essere cresciuto con un fratello gay gli ha insegnato molto. “Ho sempre sostenuto e sosterrò la causa LGBT e fortunatamente questo non ha avuto alcuna ripercussione sulla mia carriera […] non sarebbe giusto. Dobbiamo coltivare comprensione per le diversità fin da piccoli, rispetto per le donne, per i gay, per le minoranze etniche. Per quanto mi riguarda credo che crescere con sole donne e poi lavorare in teatro mi abbia aiutato molto.”[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Per il coming out un prezioso aiuto viene da fratelli e sorelle: uno studio dello scorso anno ha infatti mostrato che i consanguinei più vicini costituiscono un supporto sociale ed emotivo molto importante per i loro fratelli gay e sorelle lesbiche. Questo supporto si esprime sia nel percorso di autoaccettazione sia nel rivelare ai genitori il proprio orientamento sessuale.[/vc_column_text][vc_column_text]Il percorso di coming out (in inglese significa “uscire fuori”) non è ancora facile. Nasciamo e viviamo in una società eterosessista, nella quale si presuppone che lo standard sia eterosessuale. Fin da piccoli ci viene chiesto “Ce l’hai la fidanzata?” se sei un bambino e viceversa. Questo significa che le persone non eterosessuali intorno a noi devono prima di tutto superare la propria omofobia interiorizzata e poi quella degli altri.
Molti passi avanti sono stati fatti, grazie ai contenuti di film e serie tv, all’accesso alle informazioni su internet e quindi sta diventando sempre più ovvio nella mente degli esseri umani quello che è anche scientificamente già provato.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”9101″ img_size=”medium”][/vc_column][vc_column width=”2/3″][vc_column_text]Ultimamente Youtube mi ha consigliato il canale di Jessica, una ragazza transessuale (ma anche artista, gamer e amante degli horror) che poco più di un anno fa ha deciso di sottoporsi all’operazione per la riattribuzione di sesso. Nei suoi video molto seguiti Jessica ha anche documentato il proprio percorso ed è stato molto utile alle persone che, come lei, non si riconoscono nel sesso di nascita e che, quindi, possono accedere ad una procedura che vede la sinergia di psicologi, psichiatri, chirurghi ed endocrinologi. Non sono un esperto del campo dunque lascio che sia lei stessa a parlare della sua personale esperienza, con quella gioia e quella freschezza date non solo dalla giovane età ma anche dalla libertà di essere quello che si è, senza costrizioni, senza giudizi. La libertà di cercare la felicità, una ricerca che ci accomuna tutti, ognuno nelle proprie particolarità.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Come se potesse danneggiare me concedere agli altri le stesse opportunità, i diritti che godo io, come se non fosse invece indispensabile ai miei diritti che anche altri li godano al pari di me. – Walt Whitman

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