Geco, il piccolo guerriero

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Le persone hanno sentimenti opposti verso i gechi: c’è chi li trova adorabili… e chi li considera semplicemente ripugnanti.
E io? Beh, una sera d’estate ero seduto con la mia famiglia su una veranda, sotto un bellissimo pergolato di glicine.
Stavamo chiacchierando, quando all’improvviso ho sentito qualcosa cadere sulla spalla destra.
Mi sono girato… e ho visto una macchia verde scuro. Non ci ho messo molto a capire: un geco era caduto dai rami sopra di me, dritto sulla mia spalla.
L’ho preso per la coda e l’ho lanciato via.
Credo di essere stato più sorpreso che disgustato, a dire il vero.

Ma questo post non parla di me.

Voglio mostrarvi questo piccolo guerriero che ha attaccato senza paura un serpente che stava strangolando il suo amico.
Guardate con quanta attenzione il geco osserva la situazione… e poi si lancia all’attacco con coraggio!

Il nostro piccolo eroe sarà riuscito a salvare il suo compagno?
Scopritelo guardando il video!

Questo geco è chiaramente spaventato, si vede.
Avanza molto lentamente, con cautela, perché sa che il serpente potrebbe cambiare idea, cambiare preda, e attaccare proprio lui.

Allora viene spontaneo chiedersi: che cosa spinge questo piccolo animale ad agire contro il proprio istinto di sopravvivenza?
La risposta è: empatia.

L’empatia è la capacità di riconoscere le emozioni vissute da un altro essere vivente, di provare un’emozione adeguata a ciò che l’altro sta sperimentando e, quando possibile, di agire di conseguenza.
Solo grazie all’empatia possiamo riconoscere l’altro come un essere che può soffrire, proprio come me, un essere che vuole vivere, proprio come me.
Che vuole essere felice, proprio come me, come te, come tutti noi.

Questa è la base di ogni forma di comunità.
E l’empatia è stata osservata in molti animali, in particolare nei primati, ma non solo.

Lo scrittore Jeffrey M. Masson racconta la storia di un elefante che cercò di salvare un giovane rinoceronte rimasto impantanato nel fango, nonostante la madre del cucciolo lo attaccasse pensando che volesse fargli del male.
L’unica ragione per cui quell’elefante sopportò il pericolo e il dolore fu perché percepiva la sofferenza del piccolo rinoceronte.

E se fossi stato io il geco vittima di quell’attacco?
Beh… sarei infinitamente grato di avere un amico così.

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